The Flash, la recensione: nel Multiverso di Barry Allen

The Flash il gruppo di eroi

The Flash è un film che si è fatto drasticamente attendere da una buona fetta di appassionati del settore, prima per l’idea in seno al progetto, poi con l’arrivo di James Gunn, per via di un progetto cardine per il reset dell’universo narrativo post Zack Snyder, in attesa del re indirizzamento firmato James Gunn.

Eccoci dunque in questa recensione di The Flash, rigorosamente senza spoiler, dove andremo a capire la vera fattura di questo ambiguo progetto cinematografico.

The Flash perso nel Multiverso

La natura produttiva di questo film è assai curiosa: iniziata quando nessun altro aveva in mente di creare progetti basandosi sul Multiverso, poi si sono susseguiti problemi di diversa natura, tanto da far slittare continuamente l’inizio delle riprese e a film completato, a slittare è stata la data di uscita.

Il responso finale è quello che tutti conosciamo: ad oggi abbiamo la concorrenza Marvel che ha partorito ben due film che sfruttano il Multiverso (Spider-Man No Way Home e Doctor Strange nel Multiverso della Follia) per non parlare dei brillanti film d’animazione prodotti da Sony che hanno come protagonista Miles Morales.

Dunque The Flash da essere un film pioniere, arriva paradossalmente per ultimo, con il fiatone, pur riuscendo a strappare uno spazio di attesa e interesse da parte di tutti, grazie – bisogna dirlo – alle parole spese da James Gunn alla presentazione del suo progetto, affermando che ora The Flash sarebbe stato il progetto chiave per resettare l’universo e impostare i primi paletti per i progetti successivi.

Ritorno al Futuro

Con la scoperta da parte di Barry Allen di poter viaggiare nel tempo, l’idea che balena in testa al giovane si plasma attorno al dolore di aver perso la madre a causa di un misterioso assassino e di un padre innocente che si è visto accusato di aver ucciso la sua compagna. Dunque Barry agisce d’istinto, è comunque il membro più giovane della Justice League e in qualche modo quello che può sbagliare di più.

I consigli di Bruce Wayne servono a poco: Barry torna indietro nel tempo, sistema alcune cose per evitare l’assassinio della madre e mentre torna indietro, viene spinto fuori a forza dal viaggio temporale da una strana figura oscura. Quella che crederà essere la sua linea temporale, si rivelerà ben presto tutt’altro, con tutte le diverse “modifiche” riguardo usi, costumi, volti e certezze che avranno un altro sapore, partendo dal Batman di Michael Keaton o dalla Supergirl di Sasha Calle.

Un nuova Justice League

Il film si spacca in due come tagliare una mela con un coltello: la prima parte è quella più debole, giacché racchiude un’introduzione morale e psicologia di un personaggio sicuramente sfaccettato, che si muove su terreni certamente non inediti, ma bisognosi di essere portati a galla. L’incontro/scontro con quello che potremo definire l’altro Barry Allen, più giovane, momentaneamente senza poteri e dedicato a una vita superficiale sarà lo snodo centrale per mostrare demoni che il nostro Flash si porta dietro da tanti, troppi anni, partendo proprio dalla sua condizione di orfano di madre.

Lasciata alle spalle questa parte, si inoltra la seconda, quella più riuscita, quella che getta nella mischia Batman e Supergirl (quest’ultima fin troppo sacrificata per necessità di trama, ma alla fine il protagonista è Flash) e finalmente qui il film prende una sua dimensione coerente che sfrutta tutti gli elementi citati fino a quel momento per creare un racconto coeso, fortemente emozionale, che prende di petto uno scontro che ancor più nel Multiverso, si concretizza nel cuore dello stesso Barry Allen, con la piena consapevolezza che nel salvare sua madre ha decretato la distruzione di innumerevole linee temporali alternative.

Va anche detto che il film ha questo strano pregio di avere difetti abbastanza marcati a cui però l’abilità del regista si esalta nel “nasconderli” e questo si evince appunto con tutto l’arco narrativo che abbraccia Batman e Supergirl che abbracciano una crociata non loro senza una vera motivazione, ma anche nei limiti tecnici come di CGI durante alcune fasi di viaggio nei Multiversi, dove a momenti si pensa a una cura superficiale dell’effetto digitale finale, per poi dare credito anche a una versione che vuole quelle immagini volutamente deformate, per via del viaggio temporale.

Vai a capire la verità dov’è, ma tra azione, tantissimi sentimenti ed emozioni, la consapevolezza di aver assistito ad un bellissimo film ponte c’è e tanto basta, in attesa di capire quali saranno i progetti per questi e altri eroi della DC nel DCU di James Gunn.

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